Marina di Pisa

1890 – Ammannati Giuseppe, che si era “formato” professionalmente nelle strutture del bagno di Baldassarre Ceccherini, chiede alla Capitaneria di Porto di Livorno, e gli viene assegnato, uno spazio di arenile posto tra il bagno Ceccherini e la foce dell’Arno su un area di 100 mq.
L’area concessa si trova collocata verso la foce dell’Arno e dista da questa circa 300 m. praticamente a margini nord dell’attuale piazza Viviani prima dello spazio di arenile che di li a poco la Capitaneria di Porto assegna per la realizzazione dell’Ospizio Marino.
Al bagno venne dato il nome di bagnetti “La Pia” (questo era il nome della moglie); aveva strutture direttamente realizzate sull’arenile e acquisisce successo e stabilità procedendo anche a vari ampliamenti.
Velocemente però deve trasferirsi a causa del progressivo fenomeno dell’erosione che a partire dalla foce del fiume si sposta inesorabilmente verso sud.

1896 – Chiede il trasferimento nella zona di fronte all’albergo Ascani, ottenendo 100 mq. di arenile.

1919c – Anche la seconda posizione acquisita diventò vulnerabile sia da parte dell’erosione che minaccia anno dopo anno le strutture sia dalle ovvie esigenze dell’albergo Ascani che si vede ostacolare la vista verso il mare e limitare quello spazio funzionale dove poter svolgere la propria attività al di là della strada; si procede pertanto, al trasferimento delle strutture, ridimensionandole notevolmente, andando a collocarsi, ancora verso sud, di fronte della presella 128.
Giuseppe nel frattempo cresce i suoi due figli, Sandro e Attilio (detto Pizzi), che seguono l’attività balneare e si dedicano insieme alla conduzione del bagno Pia sino a quando la natura non gli impone un altro trasferimento che avviene con l’assegnazione da parte della Capitaneria di Porto direttamente ai fratelli Ammannati Sandro e Attilio di un tratto di arenile posto di fronte all’edificio realizzato da Padre Agostino da Montefeltro e precisamente di fronte al margine sud della presella interamente occupata dal complesso.