Marina di Pisa

1872 - 1891

Presentato dal capo «dell’ufficio d’arte» del Comune, l’ingegner Francesco Bernieri, nel 1872 e approvato nel ‘76 il primo piano regolatore di Marina di Pisa prevede tre piazze, due semicircolari e una rettangolare si affacciano su una strada che corre vicino al mare; due strade interne parallele al lungomare e una decina di stradine di penetrazione che intersecano perpendicolarmente le tre vie.
Sulla base di questo impianto viario vengono ricavate 140 preselle rettangolari, che la Giunta Municipale decide di cedere gratuitamente a chi presenterà domanda, così da creare le premesse perché il nuovo paese avesse un rapido sviluppo. I lavori di edificazione dovranno iniziare entro l’1 gennaio 1873 e terminare entro 18 mesi.
Vengono cedute ben 89 preselle delle 140 previste ma solo in 12 riusciranno a rispettare questo primo termine assegnato.
Nel 1888 sono una cinquantina le abitazioni ultimate ma incombe la mancanza di servizi e l’assenza dell’intervento pubblico, sul lungomare e nelle piazze tanti mucchi di sabbia, non c’è vigilanza e l’illuminazione è molto scarsa. Nella volontà di dare nuovo impulso allo sviluppo dell’abitato nel 1890 il comune impugna nuovamente i termini imposti per iniziare e terminare le costruzioni lasciati tacitamente scadere da anni e l’anno seguente sigla l’accordo per la costruzione della ferrovia a vapore con la Società Italiana per le Ferrovie Economiche e Tranviarie a Vapore alla quale vengono concesse 50 preselle e ben 125.000 lire a fondo perduto

1872 - 1891

Presentato dal capo «dell’ufficio d’arte» del Comune, l’ingegner Francesco Bernieri, nel 1872 e approvato nel ‘76 il primo piano regolatore di Marina di Pisa prevede tre piazze, due semicircolari e una rettangolare si affacciano su una strada che corre vicino al mare; due strade interne parallele al lungomare e una decina di stradine di penetrazione che intersecano perpendicolarmente le tre vie.
Sulla base di questo impianto viario vengono ricavate 140 preselle rettangolari, che la Giunta Municipale decide di cedere gratuitamente a chi presenterà domanda, così da creare le premesse perché il nuovo paese avesse un rapido sviluppo. I lavori di edificazione dovranno iniziare entro l’1 gennaio 1873 e terminare entro 18 mesi.
Vengono cedute ben 89 preselle delle 140 previste ma solo in 12 riusciranno a rispettare questo primo termine assegnato.
Nel 1888 sono una cinquantina le abitazioni ultimate ma incombe la mancanza di servizi e l’assenza dell’intervento pubblico, sul lungomare e nelle piazze tanti mucchi di sabbia, non c’è vigilanza e l’illuminazione è molto scarsa. Nella volontà di dare nuovo impulso allo sviluppo dell’abitato nel 1890 il comune impugna nuovamente i termini imposti per iniziare e terminare le costruzioni lasciati tacitamente scadere da anni e l’anno seguente sigla l’accordo per la costruzione della ferrovia a vapore con la Società Italiana per le Ferrovie Economiche e Tranviarie a Vapore alla quale vengono concesse 50 preselle e ben 125.000 lire a fondo perduto