Marina di Pisa

1920 - 1928

Un altro pezzo di pineta sta per scomparire, come si rileva dalla delibera della Giunta Comunale del 2 maggio 1919 sulla quale viene approvato un piano di appresellamento di 14 lotti sulla parte più esterna della nuova via dei Mille. La zona appresellata, così immersa nella pineta e senza la minima urbanizzazione, appare scarsamente appetibile malgrado che i prezzi dei lotti, compresi fra le 1.000 e le 2.500 lire, siano davvero a buon mercato. E così l’asta va totalmente deserta. Sembra suscitare qualche interesse in più l’appresellamento deliberato il 3 luglio dello stesso anno e la successiva vendita di tutte le preselle sul lato mare della stessa via dei Mille, cioè sul retro della via dell’Ordine di S. Stefano. Il 2 maggio 1920, il Comune delibera un nuovo appresellamento di ben 50 lotti, compresi i 14 rimasti invenduti, le preselle migliori, quelle in angolo con le strade di penetrazione costano 7.000 lire, le altre da 4.000 a 6.000 lire. Nella parte nord dell’abitato la signora Flora Fenzi è intenzionata a vendere tutta la sua residua proprietà e trasferirsi altrove. Fatte le dovute trattative, il 15 luglio del 1919, il solito dottor Silvio Rossini, redige Patto di compravendita. Per l’acquisto di ventiseimila metri quadrati di terreno e della villa della contessa ai delegati del consiglio di amministrazione della società Gallinari la Fenzi intasca novantamila lire. Di rado la vendita di un’area, pur grande che sia, può incidere così profondamente, come in questo caso, sul processo di trasformazione di un luogo. Addio boschetto pieno di uccelli canori, addio dolce villetta dove D’Annunzio. D’ora in poi soltanto una lugubre fila di capannoni ed un assordante rumore di motori.

1920 - 1928

Un altro pezzo di pineta sta per scomparire, come si rileva dalla delibera della Giunta Comunale del 2 maggio 1919 sulla quale viene approvato un piano di appresellamento di 14 lotti sulla parte più esterna della nuova via dei Mille. La zona appresellata, così immersa nella pineta e senza la minima urbanizzazione, appare scarsamente appetibile malgrado che i prezzi dei lotti, compresi fra le 1.000 e le 2.500 lire, siano davvero a buon mercato. E così l’asta va totalmente deserta. Sembra suscitare qualche interesse in più l’appresellamento deliberato il 3 luglio dello stesso anno e la successiva vendita di tutte le preselle sul lato mare della stessa via dei Mille, cioè sul retro della via dell’Ordine di S. Stefano. Il 2 maggio 1920, il Comune delibera un nuovo appresellamento di ben 50 lotti, compresi i 14 rimasti invenduti, le preselle migliori, quelle in angolo con le strade di penetrazione costano 7.000 lire, le altre da 4.000 a 6.000 lire. Nella parte nord dell’abitato la signora Flora Fenzi è intenzionata a vendere tutta la sua residua proprietà e trasferirsi altrove. Fatte le dovute trattative, il 15 luglio del 1919, il solito dottor Silvio Rossini, redige Patto di compravendita. Per l’acquisto di ventiseimila metri quadrati di terreno e della villa della contessa ai delegati del consiglio di amministrazione della società Gallinari la Fenzi intasca novantamila lire. Di rado la vendita di un’area, pur grande che sia, può incidere così profondamente, come in questo caso, sul processo di trasformazione di un luogo. Addio boschetto pieno di uccelli canori, addio dolce villetta dove D’Annunzio. D’ora in poi soltanto una lugubre fila di capannoni ed un assordante rumore di motori.

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