Fortino lorense
1759/1761 - zona foce
Alla fine del quindicesimo secolo il sistema di difesa e avvistamento della costa pisana è costituito da una serie di torri e fortificazioni.
Negli anni successivi all’insediamento dei Lorena viene rilevato dalla spedizione dell’ufficiale Edward Warren che le due torri poste a guardia della foce dell’Arno sono divenute sia geograficamente che strutturalmente del tutto inefficaci, l’ingresso al fiume è in pratica completamente privo di difesa.
Viene perciò decretata la necessità di costruire una nuova struttura militare che provveda alla sorveglianza, funzioni da presidio sanitario e da dogana.
1759 – Inizia la costruzione del nuovo fortino.
1761 – La struttura è terminata. Avrà ruolo di controllo e difesa della foce dell’Arno, presidio sanitario ed inizialmente anche di dogana.
1767 – Dalla relazione topografica del Capitano Fazzi facente parte della seconda spedizione del Colonnello Warren dichiara che il forte, di forma esagonale, dista dalla battigia del mare 40, 45 pertiche e 20 dalla riva dell’Amo. Lungo le mura scorre un fosso cavalcato da un ponte levatoio che collega l’ingresso con la controscarpa; nel suo interno si trova «una fabbrichetta a piano terreno in cui vi è una caserma capace di sei letti, una stanza per il capoposto, una stanza per il cannoniere e una Santa Barbara in volta. I due pezzi di artiglieria sono montati sopra una piattaforma di calcestruzzo». Oltre ai due pezzi di artiglieria, l’armamento consiste in quattro spingarde e otto fucili.
1774 – Su una carta compare all’interno delle mura una chiesetta dove nei giorni di festa viene celebrata la Santa Messa per la maggior parte della gurnigione del Corpo di Tombolo.
1861 – Con l’unità d’Italia perde la funzione di sede della gabella e passa in uso alla guardia di finanza.
Dalla bellezza incontaminata del paesaggio che lo circonda trae ispirazione per numerose opere il pittore Nino Costa il quale proprio presso quel fortino è ospitato negli anni attorno il 1864.
1928 – La C.M.A.S.A. già proprietaria dell’area circostante ed intenzionata ad ulteriori ampliamenti dei propri stabili, con il parere favorevole del Demanio, si prende l’onere di costruire una nuova caserma. Il 28 marzo 1931, la C.M.A.S.A. cede la particella 623, lungo il viale dei Platani, che qualche mese prima aveva comprato dalla Colonia Agricola e ne riceve in cambio, dallo Stato, il Forte con tutta l’area di pertinenza.
1931 – A colpi di piccone e cariche di dinamite, il settecentesco avamposto di Boccadarno viene raso al suolo.
1887c – for005
1901v – for001
1907c – for004
1908c – for002
incerta – for003
1922 – cmasa012
1928c – cmasa011
1930c – cmasa008
1930c – cmasa010